Oltre la soglia by Julie Parsons

Oltre la soglia by Julie Parsons

autore:Julie Parsons [Parsons, Julie]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, Suspense
ISBN: 9788830423169
Google: gRRSBAAACAAJ
editore: Longanesi
pubblicato: 2007-10-15T10:37:29+00:00


17

I ragazzi polacchi erano tornati. Erano arrivati in sella alle loro biciclette, tutti sorrisi. Pieni di gaia buona volontà. Vedendoli Lydia aveva provato un tale sollievo che le lacrime le avevano offuscato la visuale. Erano stati a Cork, raccontarono, dove avevano alcuni amici di Varsavia. Le avevano portato un regalo, una bottiglia di brandy alle prugne. Fatto dalla madre del loro amico. E avevano deciso di prepararle un pranzetto speciale.

C’erano salsicce e crauti, un vasetto di funghi in salamoia e uno di marmel-lata di ciliege, preparati dalla stessa donna che faceva il brandy. Era tutto squisito. Ma prima volevano dirglielo. La polizia era andata a interrogarli sulla donna scomparsa. Quella Maria Grimes. Volevano as-si-cu-rar-le, Pavel ripeté la parola per essere certo che Lydia la capisse, volevano as-si-cu-rar-le che non c’entravano niente con la faccenda. «Assolutamente niente a che fare, signora, con la scomparsa della donna.»

«Naturale.» Lei sorrise a tutti e due e allungò la mano sana per dargli una pacca sul braccio. «Certo, non ho mai pensato il contrario. La polizia mi ha chiesto di voi e ho detto che siete bravi ragazzi. È successa una cosa, però. Ho trovato qualcosa.»

Si alzò goffamente dalla sedia e raggiunse la credenza. Aprì il cassetto.

Le sue dita si serrarono sul liscio metallo del coltello a serramanico.

«Ecco.» Si voltò di nuovo verso di loro. «È vostro, vero?»

«Sì, sì, grazie, signora, grazie mille.» Pavel si alzò e glielo tolse di ma-no. «L’ho dimenticato in giardino da qualche parte? Dove?»

«Non proprio in giardino. L’ho trovato nella casa del custode. Ora, potete andare in giro per la tenuta a vostro piacimento, ma preferirei che non entraste in quella casetta. Quel posto è privato. Capite cosa voglio dire?»

«Ma signora, non l’abbiamo mai fatto. Non abbiamo motivo di entrarci.

Ci passiamo semplicemente di fianco quando entriamo e usciamo dal cancello.» Pavel era arrossito.

«Be’, come volete, ragazzi… Eppure è lì che ho trovato il coltello.»

Seguì una pausa di silenzio carico di imbarazzo. Lydia si accorse di a-verli turbati. Erano entrambi a disagio.

«Sentite, non importa. So che non causereste mai danni, né fareste niente di male e via dicendo; è solo che… Be’, preferisco che nessuno ci entri, tutto qui. Okay?»

I due ragazzi annuirono, ma ormai l’atmosfera si era guastata. Pavel infilò il coltello nella tasca della salopette. Fece un cenno a Sebastian.

«Ora andiamo, signora. Dobbiamo strappare le erbacce. Ci dica cos’altro vuole che noi facciamo. Okay?» Sebastian si diresse verso la porta. Pavel lo seguì in silenzio.

«All’ora di pranzo volete che vi porti il tè?»

Pavel scosse il capo.

«No, abbiamo il nostro. Non ci serve niente.»

Lei si sedette di nuovo al tavolo. Le doleva il braccio. L’orologio ticchet-tava. Un rubinetto gocciolava. All’esterno sentì il richiamo lanciato dai gabbiani mentre si levavano in volo sopra il fiume e giravano in tondo, cercando del cibo. E il rumore di un’auto, pneumatici sulla ghiaia mentre rallentava, imboccava la curva, poi si fermava. Si alzò. Si allontanò dal tavolo. Sentì sbattere le portiere e due voci sonore. Aprì la porta sul retro per guardare fuori. Vide due uomini in cortile.



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